Dialogo pubblico sul porto di Trieste

IL PORTO AL LAVORO

(con chiosa finale sul Porto vecchio)

Incontro pubblico organizzato da Open – Sinistra FVG / 23 aprile 2018

Si è svolto nella sala del CRAL dei lavoratori portuali presso la Stazione marittima di Trieste un dialogo pubblico tra Giulio Lauri, presidente di Open – Sinistra FVG e Mario Sommariva, segretario generale dell’Autorità portuale di Trieste

 

“L’alleanza con i lavoratori portuali ha portato alla crescita economica del porto di Trieste. Non si può e non si deve tornare indietro.” Giulio Lauri

 

“Le attività portuali hanno il loro cuore nel lavoro: il cuore è il lavoro, al 90%. Trieste deve collocarsi in una dimensione di apertura internazionale o le sue attività produttive non ce la faranno” Mario Sommariva

 

 

IL RISVEGLIO DEL PORTO: UN MERITO DEL CENTROSINISTRA

Giulio Lauri apre il confronto a partire da un riferimento al passato:

“Il porto è stato la bella addormentata di questa città, mentre quello di Capodistria cresceva in modo importante. Mancavano le infrastrutture, c’erano incertezze istituzionali sulla centralità che poteva avere nell’economia di questo territorio. A questo si aggiungevano i problemi legati alla precarietà del lavoro”.

In questi ultimi 5 anni è cambiato quasi tutto, la situazione si è quasi ribaltata.

Continua Lauri “Il traffico è cresciuto, anche grazie all’infrastrutturazione ferroviaria; il porto è inserita in un panorama internazionali; c’è stata la sdemanializzazione del porto vecchio, e ora spostando il punto franco in altre aree ci saranno aziende che possono insediarsi nell’area retroportuale”.

Aggiunge un elemento importante: “Oggi anche problemi annosi come la Ferriera di Servola potrebbero risolversi, pensando di collocare i lavoratori attualmente impiegati nell’area a caldo in occupazioni legate all’economia portuale, almeno oggi è un’ipotesi che si può prendere in considerazione”.

E specifica che “il merito di questo va alle politiche del centrosinistra, e a un rapporto più fluido con il governo centrale, e ci sono stati due protagonisti importanti che sono Mario Sommariva e Zeno D’Agostino”.

Conclude il ragionamento così:” Su questo oggi non è possibile arretrare e vanno accolte le sfide di una dimensione internazionale e mondiale”.

IL RUOLO DEL PUBBLICO A GARANZIA DELLA DIGNITÀ DEL LAVORO E del SUCCESSO DEL PORTO

Questa serata rappresenta uno spazio di confronto che ha il senso di ricordare a tutti che il tema del porto e dello sviluppo delle infrastrutture per questo territorio e per l’occupazione rimane un tema centrale.

Mario Sommariva raccoglie lo spirito e parte, sollecitato da Lauri, dal tema lavoro: “Sia Zeno D’Agostino che io siamo stati sempre convinti che il lavoro fosse il fondamento della competitività di una struttura complessa come il porto. Le attività portuali hanno il loro cuore nel lavoro: il cuore è il lavoro, al 90%”.

O si esamina e si ricompone la qualità del lavoro oppure fatalmente quella infrastruttura avrà difficoltà serie, derivanti proprio da una mancanza di una politica sul lavoro.

Continua Sommariva: “Nell’attività portuale il lavoro è per definizione flessibile: deve adattarsi alle necessità dei movimenti delle navi. Ogni paese ha i suoi metodi, quasi tutti imperniati in un forte ruolo del pubblico; in Italia c’era il sistema delle compagnie portuali, sistema poi fallito a Trieste, e da allora il lavoro si è frantumato. La nostra strategia è stata costituire un’agenzia pubblica del lavoro per governare processo e attività lavorative”.

Per avere un dato di confronto basti pensare che, come è noto, nel porto di Capodistria le agenzie non sono pubbliche ma private, arruolano lavoratori spesso non sloveni e il costo del lavoro è giocato al ribasso La legge italiana dice che le giornate lavorabili sono 26, e per avere un lavoratore in organico, almeno 20 giornate devono essere lavorate. 

Sommariva: “Noi oggi abbiamo una media di 24,4 giornate lavorative a testa. E soprattutto non stiamo dividendo la miseria, i salari sono buoni salari. alti salari. E possiamo dire che certamente ci sono spazi anche per aumentare la forza lavoro”.

Uno dei temi critici in porto era infatti il lavoro precario, che rendeva necessaria anche una necessaria riqualificazione: 

“Sicurezza, formazione e flessibilità sembrano in contrasto e invece tra loro è possibile un equilibrio. E questo vale per tutti, anche per i lavoratori del caffè che erano soggetti a una norma del 1929. Abbiamo potuto aggredire il problema anche  grazie al Ministro Del Rio e alla concessione di alcuni strumenti in dotazione all’autorità portuale, da tempo richiesti dai principali poli portuali italiani, Genova e Trieste in primis” .

QUANDO IL LAVORO FUNZIONA, IL PORTO ATTIRA I TRAFFICI

Sommariva continua: “Questo contesto di equilibrio genera investimenti, soprattutto esteri. Trieste vive, se vive, nel mondo perchè non ha un territorio di riferimento, non ha bacini industriali o grandi aree urbane alle spalle. E in una dimensione internazionali solo con infrastrutture ferroviarie adeguate può funzionare. Per Trieste più che mai vale la legge “la competitività è la connettività”.

Non abbiamo mai pensato di “fare da soli”, è vero che abbiamo avuto la volontà di aggredire i problemi ma senza un rapporto con le istituzioni e un quadro politico di riferimento che ci ha consentito di essere qui e di operare in un centro verso, che ha significato una rottura con il passato, non solo in un cambio di Giunta, ma un distacco da sitemi e gruppi di potere sclerotizzati e votati all’immobilismo.

Ora il futuro ci consegna la necessità di non bloccare questo processo virtuoso che è essenziale per il territorio.

IL SINDACALISTA KNEIPP: HANNO SAPUTO PARTIRE DAI LAVORATORI

Renato Kneipp, CGIL Portuali, interviene dal pubblico e ricorda che

“Il 1 maggio di quest’anno è dedicato alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Noi oggi nel porto di a Trieste abbiamo tre rappresentanti per la sicurezza, e sono stati i primi soggetti con cui Sommariva e D’Agostino si sono incontrati. E la cosa è rilevante: un approccio nuovo nel dare un valore alle persone che lavorano nel porto e che fanno la qualità del lavoratorio portuale”.

LE INFRASTRUTTURE FERROVIARIE E LA DIMENSIONE INTERNAZIONALE: TRIESTE DEVE GUARDARE AL MONDO, NON HA SCELTA

Giulio Lauri osserva che “uno dei temi importanti sono le infrastrutture, e ci metto dentro la Stazione di Campo Marzio. Il tema è in prospettiva europea perchè i collegamenti devono essere europei. Ci sono i 7 chilometri che mancano per collegare Trieste e Capodistria, ad esempio. E questo servirebbe anche alla movimentazione delle persone e non solo delle merci, basti pensare allo sviluppo che ha intrapreso l’aeroporto di Trieste”.

Mario Sommariva raccoglie l’argomento: “Noi eravamo partiti per fare una privatizzazione intelligente di Adriafer, ma confrontandoci coi lavoratori abbiamo capito che non avrebbe portato buono sviluppo. In un mondo complesso di servizi come quello portuale è necessario che ci siano servizi pubblici che fanno da riferimento, che svolgono alcune funzioni che devono essere uguali per tutti. Non privatizzando Adriafer in realtà abbiamo fatto un favore alle imprese. Un soggetto pubblico ben gestito ossia che agisce stando nel mercato, secondo regole corrette e analisi reali, è la garanzia di efficienza e successo.

Oggi Adriafer ha 100 lavoratori (età media 32 anni e titolo di studio medio è il diploma) e non svolge più solo la manovra all’interno del porto. Abbiamo ottenuto che Adriafer abbia accesso alle stazioni di Cervignano e Villa Opicina, in modo che i treni arrivino laddove le imprese straniere li vanno a prendere per portarli a destino. Noi oggi abbiamo otto compagnie ferroviarie, con cui siamo collegati, tutte straniere. I passaggi da circa 4000 sono diventati 8000 in un anno. La destinazione principale è Budapest, Ostrava, Vienna, la Slovacchia

Un altro dato. Duisburg è il capolinea dei treni che arrivano dalla Cina, e noi abbiamo chiuso un accordo con loro (Duisburg entra nel capitale dell’ex interporto di Opicina), che significa una prospettiva di crescita importante, ma dobbiamo continuare a pensare in apertura.

NOSTALGIA DEL FUTURO: TRANSALPINA E HURSUS

Forse si può anche dire che abbiamo recuperato una visione nostalgica del porto di Trieste che era il porto di un impero senza confini, e in un certo senso guardiamo a questo futuro, e Trieste va pensata in una prospettiva internazionale.

Quando in agosto riaprirà la Transalpina – e qui vi dò lo scoop!- sarà legata al porto, e non sarà una sorta di operazione nostalgica, ma una strada aperta al futuro.

E sempre a proposito di operazioni “Ritorno al futuro” avremo in carico anche la ristrutturazione dell’Hursus (3 milioni di euro).

E CAMPO MARZIO?

Giulio Lauri ricorda che un altro sospeso è la riqualificazione di Campo Marzio.

Sommariva commenta: “Servono circa 100 milioni, di cui vanno ancora trovati i 30 di nostra competenza, il resto lo mette RFI. Ci sono alcuni lavori da completare, la galleria Servola-Aquilinia per esempio. E Wartsila deve essere collegata perchè è piattaforma di logistica retroportuale”.

IL COMMENTO

Claudio Bonniciolli, presente tra il pubblico, commenta: “Il buono che è stato fatto deve essere preservato dalle istituzioni e dalla politica. E dalla politica dipendono i progressi che sono stati menzionati, che però potrebbero essere spazzati via in un colpo. E sarebbe evidentemente un disastro”.

UNA DIVAGAZIONE NECESSARIA: PORTO VECCHIO

Giulio Lauri: “Da due anni ovvero da quando Dipiazza è Sindaco di Trieste non c’è stato un solo atto ufficiale per dare seguito a quanto era stato messo in campo dall’amministrazione precedente. Due anni di immobilismo.

L’altra questione è che non serva un grande progetto per rivitalizzare quell’area.

Va pensata, pensando al porto vecchio, una nuova demografia di questa città, al cui crescita demografica è oggi pari a zero. Il porto vecchio può vivere nella costruzione di una popolazione aumentata, e allora serve pensare al lavoro perchè in assenza di lavoro, non c’è sviluppo di porto vecchio, nè della sua rivitalizzazione e riqualificazione. E allora deve diventare un grande progetto europeo dove anche l’Europa investa nella rigenerazione di questo importante pezzo di città”

Conclude Lauri, chiudendo la serata: “La centralità del lavoro è il tema che tiene uniti i due ragionamenti, su Porto commerciale e Porto vecchio. La questione del diritto al lavoro, di un lavoro dignitoso e di qualità sono elementi necessari nella crescita economica di un territorio. Lo dimostrano i risultati del lavoro portuali, che Sommariva ha illustrato ottimamente. E questi temi devono essere protagonisti dell’agenda politica. Sono queste le vere priorità e necessità attuali della nostra città, e della nostra Regione”. 

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